L’amorpolenta
Trovo che la meraviglia di questo dolce cominci dal nome. Riempie la bocca di dolcezza prima ancora di mangiarlo, evoca la morbidezza, l’affetto e anche la lentezza dei gesti di tempi passati.
Ma, ahimè, io vivo in una famiglia di dissacratori: hanno tutti un talento puro per ridurre in barzelletta ogni poesia.
Orbene, da quando mia figlia, da piccola, non ha capito al volo il nome di questa squisitezza e mi ha chiesto “mamma, mi dai un po’ della morte lenta?” provocando un’ovazione ed un tripudio di applausi, questo, in casa, è diventato il nome ufficiale del dolce.
Quindi, capirete l’imbarazzo quando, in presenza di qualche estraneo, i miei figli (anche ora che sono grandi e lo fanno con gusto sadico) mi chiedono “la morte lenta” per merenda.
Per fortuna gli sguardi perplessi degli ospiti, si tranquillizzano e si illuminano all’istante, non appena comincio ad affettare il dolce mentre scaldo l’acqua nel bollitore del tè.

Seriamente: l’amorpolenta è un dolce che affonda le radici nella tradizione contadina, quando l’aggiunta della farina di mais (da cui l’origine del nome) era un modo economico per vivacizzare ed irrobustire il sapore delle ciambelle di casa.
In questa versione c’è la presenza di una percentuale di farina di mandorle, ma la ricetta della tradizione non ne prevede l’uso. Omettendola si avrà cura di sostituirla con identica quantità di farina di grano.
Amorpolenta
3 Marzo 2012Ingredienti
- 70 g farina di grano tenero 00
- 70 g farina di mais fine tipo fioretto
- 60 g fecola di patate
- 70 g farina di mandorle
- 2 uova + 2 tuorli
- 125 g burro
- 125 g zucchero a velo
- 1 bacca di vaniglia o aroma di vaniglia
Procedimento
- Accendi il forno a 190℃.
- Monta molto bene il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto soffice e chiaro. Aggiungi la vaniglia e poi, uno alla volta, prima i tuorli poi le uova intere.
- Miscela le farine e aggiungile con una spatola, a mano, facendo attenzione a smontare il composto il meno possibile.
- Imburra ed infarina uno stampo con le scanalature e versavi il composto.
- Inforna per 50-55 minuti.
- Se la superficie dovesse scurirsi troppo durante la cottura, coprila con un foglio di alluminio leggermente appoggiato.
- A cottura ultimata, attendi qualche minuto che il dolce si intiepidisca, poi sformalo e spolveralo con zucchero a velo.
Note
- La presenza di farina di mandorle non è l’unica divagazione di questa versione, la ricetta originale non prevede la sostituzione di una parte di farina di grano e di mais con la fecola di patate e neanche quella dello zucchero semolato con zucchero a velo. Io apporto queste modifiche perché tendono ad ingentilire un po’ la consistenza del dolce, considerata la corposa presenza della farina gialla.
- Lo stampo da amorpolenta, generalmente in alluminio, regala al dolce, oltre ad una forma deliziosa, una cottura perfetta, avendo giuste dimensioni di lunghezza, larghezza e profondità, ma purtroppo non sempre è facilmente reperibile; nel caso non lo si trovasse, nulla vieta di utilizzare qualsiasi altra forma, curando di adeguare il tempo di cottura.
- Per preservare la morbidezza del dolce, conservalo chiuso in un sacchetto di plastica per alimenti.
28 Comments
MG
3 Marzo 2012 at 5:52 pm
ciao è la prima volta che capito nel tuo blog, ho trovato il tuo link in una blogroll e sono entrata perchè incuriosita da un dolce fatto con la polenta almeno questo avevo capito dal titolo. E' stupendo!!! Sono molto affascinata dai piatti di tradizione contadina, tant'è che proprio in questi giorni ho lanciato il mio primo contest "Ricette della carestia" che come tema ha proprio i piatti semplici e poveri. Anzi, se vuoi puoi partecipare con questa ricetta.
Ciao ciao
Luna
bruna
3 Marzo 2012 at 6:47 pm
Mi è sempre piaciuto un sacco questo dolce ma non l'ho mai fatto e non ho nemmeno lo stampo…dovrò provvedere, non si può stare così!
Maria
3 Marzo 2012 at 9:30 pm
cara Marina , bellissima la tua ricetta e la storia della morte lenta…..mi e' scappata una risata leggendoti….sicuramente provero' la tua versione amando le mandorle….un bacio e una buona domenica da Maria
donatella
3 Marzo 2012 at 9:53 pm
beh, questa morte lenta è proprio buona! e meno male che è lenta, così dura di più!!! scherzi a parte, buonissimo dolce, dal sapore naturale e rustico, direi.. buonissimo!
comunque, d'ora in poi, anche lo chiamerò come ha fatto tua figlia.. sì sì, già non ricordo più il nome vero!
Cristina
4 Marzo 2012 at 7:22 am
l'amor polenta ha sempre attirato la mia attenzione, ancora non l'ho fatto, mi devo procurare lo stampo.
troppo forti i tuoi figli.
p.s. ti lascio un link per disattivare il verifica parola, che credimi è davvero un deterrente per chi ti commenta, ti consiglio di togliere quelle due paroline indecifrabili qui sotto.
http://websulblog.blogspot.com/2012/02/come-togliere-la-verifica-parola-sulla.html
Marina
4 Marzo 2012 at 5:57 pm
Luna: ciao, benvenuta, accolgo con piacere il tuo invito
Bruna: magari, prima o poi, lo stampo te lo porterò io..
Maria: quando la proverai fammi un fischio per dirmi se ti è piaciuta 🙂
Donatella: 😀
Cristina: grazie per il consiglio prezioso
Elisabetta
4 Marzo 2012 at 7:02 pm
Ciao Marina, ho giusto lo stampo per l'amor polenta da rinnovare e la tua ricetta arriva al momento giusto! E' proprio invitante!
Eli
4 Marzo 2012 at 7:42 pm
non la conosceva la morte lenta… mi sa che lo faccio domani come dolce per la colazione.
Ho giurato a me stessa che la colazione sara' l'unico momento della giornata in cui mi concederò qualcosa di dolce, finché' non rientrerò nei miei jeans preferiti… sara' una morte lenta, appunto ;o)
Giuliana
5 Marzo 2012 at 1:44 pm
amo moltissimo questo dolce, e anche a me piace ingentilire un po' la ruvidità della farina di mais. Lo faccio usando il fioretto, una farina di mais quasi impalpabile che trovo solo al Naturasì…
grazie Marina, per avermelo fatto ricordare, lo stampo giace lì inutilizzato da un po'…
Kucina di Kiara
5 Marzo 2012 at 2:51 pm
Un dolce azzeccatissimo per il contest di Luna! Bellissime le foto, complimenti! Bacione
Chiaretta
7 Marzo 2012 at 9:49 am
Mi sei mancata! Nel periodo carnevalesco ho fatto un sacco di biscotti con le tue ricette!
Pupaccena
7 Marzo 2012 at 3:43 pm
sono d'accordo, amorpolenta è un nome tremendamente bello, dolce e avvolgenge. e lui sembra tremendamente buono. questo dolce mi incuriosisce, lo proverò. ciaooo
matematicaecucina
10 Marzo 2012 at 6:04 pm
Conoscevo questo dolce caratteristico anche per la forma data dallo stampo. Le tue varianti sicuramente lo alleggeriscono e lo rendono più buono. Buona domenica, Laura
Anonimo
19 Marzo 2012 at 9:30 pm
ciao.. faccio spesso amor di polenta e mi riesece abbastanza bene l'unico cruccio e' che nn riesco a trovare lo stampo scanalato si puo' dire che ho girato mezzo mondo per torvarlo mi accontento di quello del plumcake comunque e' un dolce
goloso se piace la polenta …..complimenti per il tuo blog….salutissimi antoni@
Maria
20 Marzo 2012 at 9:40 pm
ciao cara marina, come stai…. volevodirti che hai vinto un premio passa da me ti aspetto, un bacio maria
Pippi
26 Marzo 2012 at 6:14 am
Questo dolce l'ho sempre visto..l'ho sempre voluto comprare ma non l'ho mai preso..adesso trovo qui la ricetta..quasi quasi lo faccio..è carinissimo..
samax
1 Aprile 2012 at 9:58 pm
Sembra delizioso…
Da oggi ti seguo, se ti va, passa anche tu da me
ISABELLA
4 Aprile 2012 at 8:50 am
Che buona questa torta,brava Marina,mi piace molto il tuo blog ,mi sono unita hai tuoi lettori fissi passa ha trovarmi se ti va io sono ISABELLA ti aspetto
Chiara
7 Aprile 2012 at 2:40 pm
che deliziosa scoperta il tuo blog Marina! approfitto di questa visita per farti tantissimi auguri per una Felice Pasqua ! Ti aspetto da me…
nanocucina
11 Aprile 2012 at 8:50 am
a me piace l'amor polenta, però non trovo lo stampo. è una profonda ingiustizia.
Cristina
11 Aprile 2012 at 8:15 pm
ho scoperto da poco il gusto della farina di mais nei dolci, ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Immagino dunque la consistenza e la bontà di questo amorpolenta.
Felice di essere approdata qui da te.
A presto.
Isotta
15 Aprile 2012 at 6:02 pm
bellissimo…riesco ad immaginarne il profumo e la morbidezza!ho scoperto oggi il tuo blog. Complimenti, d'ora in poi ti seguirò. a presto, Isabella
Pamirilla
18 Aprile 2012 at 10:41 am
Yuhuuuuuuu!!!! Helloooooooooo……..prontoooooooooooo….ci sei? Guarda che sento la tua mancanza 😉
Terry
17 Luglio 2012 at 9:57 am
Tremendi i tuoi figli :)))) simpatici" :)))) la chiamerò anche io così…. Adoro questo dolce e finalmente ho teovato lo stampo adatto a farla! …hai davvero un bellissimo blog! Complimenti!
Carmela
22 Febbraio 2013 at 1:18 pm
Ciao, un dolce che mi intriga molto.. leggo bene, non necessita di lievito?
Marina
25 Febbraio 2013 at 8:04 am
Sì Carmela, niente lievito. Il segreto è montare molto molto molto bene burro e zucchero, poi cerca di non smontare il composto mentre incorpori la farina.
Stefania Arnoldi
25 Ottobre 2015 at 2:02 pm
Trovavo facilmente lo stampo per l'amor polenta, ma non ho mai comperato, perchè non ho pensato di prepararla visto che non riuscivo a reperire la farina di mais finissima, ora che ce l'ho, non trovo più lo stampo; forse il destino vuol dirmi qualcosa ma, io faccio finta di non capire e credo che proverò questa tua variazione anche senza stampo. La ricetta che ho provato lasciava il dolce molto unto, tanto che anche le mani si sporcavano, con la tua ricetta succede?
Ti ringrazio tanto. Ciao
Tra monti, mari e gravine
Marina
11 Aprile 2016 at 10:42 am
Ciao Ermes, la ricetta non prevede lievito, perchè, come succede per il pan di spagna, deve lievitare con l'aria che incorpora durante la lavorazione. Per questo mi raccomando di curare molto bene quella fase. E comunque il risultato è piuttosto compatto, ma è la sua caratteristica.
Fammi sapere e grazie per la fiducia!