Le meringhe alle mandorle

Dolce, leggerissima nuvola che si scioglie in bocca e profuma di zucchero filato, di caramello, di sabato.
Avevo già parlato qui di quanto sia affettivamente legata a queste delizie.
La variante, stavolta, è l’aggiunta di scaglie di mandorla, la cui scricchiolante consistenza contrasta divinamente con quella scioglievole dello zucchero.
E’ pura, confortante, estasi.



Meringhe alle mandorle

Con piccole variazioni, riporto, per comodità, la ricetta già descritta qui.

200 grammi di albumi
200 grammi di zucchero semolato
100 grammi di mandorle a filetti

Tostare leggermente in forno i filetti di mandorle.
Iniziare a montare gli albumi con una frusta elettrica; dopo qualche secondo, quando cominciano a spumeggiare, aggiungere, un cucchiaio alla volta, lo zucchero.
Ora sarà necessario montare tutto molto a lungo, almeno 13-15 minuti, lo so, è stancante e lo sbattitore si surriscalda ma è indispensabile perchè il risultato sia perfetto.
Trascorso questo tempo, aggiungere al composto i filetti di mandorle tostati amalgamando bene con una spatola facendo attenzione a non smontarlo.
Dosare il composto a cucchiaiate irregolari su una teglia ricoperta di carta da forno.

Ora, il determinante capitolo cottura:
tenendo in considerazione che ogni forno è diverso dagli altri e che, quindi, ognuno dovrà verificare se non sia necessario modificare leggermente calore e tempi, le meringhe vanno cotte a lungo a bassissima temperatura, per far sì che si asciughino perfettamente anche all'interno.
Io le inforno per circa 30 minuti a 110 gradi (perchè un "colpo di calore" iniziale un pò più alto permetta loro di mantenere la forma) per poi abbassare la temperatura a 90 gradi e lasciarle cuocere 2 ore e mezza o 3 ore, a seconda di quanto sono grandi.

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