L'azdora
Ok, ora sono una vera azdora diplomata, ho le prove:
Sì, mi rendo conto, devo delle spiegazioni lessicali per chi non è del luogo.
La azdora, in Romagna, è una figura storica. La azdora, in Romagna, era LA DONNA. E il maiuscolo non è un caso.
Letteralmente, il termine, significa "colei che regge".
Proprio così, a quelle donne forti, di carattere e di braccia, che dopo aver duramente lavorato nei campi facevano trovare ogni giorno il desco imbandito e la casa pulita, che facevano quadrare i conti, che crescevano 4, 5, 6, 10 figli, senza un lamento, senza pretese; a quelle donne veniva, già 50 e più anni fa, molto prima della parità dei diritti e via discorrendo, riconosciuto il ruolo di colonne di quel nucleo prezioso che era la famiglia, coloro senza le quali anche un uomo non sarebbe stato nulla.
Io ne ho conosciuta una vera, di azdora, mia nonna Seconda.
Davanti al camino, grembiule bianco, fresco di bucato e capelli raccolti in un fazzoletto, le ho visto tirare, china sul tagliere, un numero infinito di sfoglie, grandissime, tonde come disegnate col compasso, perfette, senza una piega, un buco, una parte più spessa di un'altra. Erano il suo vanto, e credo che per mia madre, sua nuora, la sfoglia sia stata il banco di prova per ottenere la sua stima.
Quando ero piccola e lei mi permetteva di aiutarla a chiudere i cappelletti, ero felice, venivano male, storti, schiacciati, appallottolati, ma lei mi diceva che erano perfetti, che ero bravissima ed io mi sentivo orgogliosa.
Anche ora che se n'è andata, quell'immagine è sempre nel mio cuore, e non mi abbandona mai.
Ho voluto fare questo corso per provare ad assomigliarti un pò, nonna, spero tu sia fiera di me.
Dedicato a te: